TROPPE AMBIGUITA’.

NON SCIOPERIAMO CON SNALS E GILDA

Lo sciopero proclamato da SNALS e Gilda (al quale hanno successivamente aderito i COBAS) è uno sciopero-farsa. Entrambi i sindacati che vi hanno dato origine hanno infatti appoggiato la Moratti negli anni scorsi e quindi non sono credibili, visto che il loro è solo uno sciopero politico. Un’azione di disturbo che è variabile dipendente determinata dalla loro collocazione politica. Un’operazione affatto dialettica e dai contenuti ambigui, a differenza dello SCIOPERO GENERALE del sindacalismo di base del 17 novembre scorso contro i pacchetti Moratti, Biagi, Treu e l’insieme delle parti negative contenute nella legge finanziaria.

Le rivendicazioni del nuovo sciopero, proclamato strumentalmente e senza alcun senso pratico o spirito unitario a distanza di soli 10 giorni, contrastano volutamente con quello del 17 novembre: innannzitutto non si fa menzione della necessità di abrogare definitivamente la controriforma Moratti. La scuola esige chiarezza: le norme ancora vigenti della controriforma impongono il minimalismo nella storia e nelle materie basilari. Nella terza elementare, ad esempio, le indicazioni morattiane partono dall’età della pietra per finire con poche note sui primi stanziamenti su palafitte, mentre i programmi dell’85 giungono sino al crollo dell’impero romano. Con contraddizioni così stridenti, la confusione nella scuola è al massimo grado.

Non si accorgono i COBAS che non è possibile condividere un’azione di lotta che, menzionando affatto la priorità massima vissuta nella scuola italiana (cioè l’abrogazione delle norme morattiane), oggettivamente va in soccorso di un dispositivo legislativo che sta ancora producendo il caos, fra “Indicazioni nazionali” pensate in funzione dello smantellamento della qualità dell’istruzione pubblica e programmi ministeriali di ben altro livello, antecedenti il governo Berlusconi?

Di che parlano SNALS e Gilda? Si lamentano degli scarsi stanziamenti per il rinnovo contrattuale, quando hanno accettato senza colpo ferire da Tremonti “aumenti” del 2% dopo il massacro prodotto dal mancato controllo sui prezzi dopo l’introduzione dell’euro? Dopo che hanno lasciato languire negli anni scorsi la contrattazione per più di diciotto mesi? Dopo che hanno tramato insieme a CGIL, CISL e UIL per cercare d’impedire le assemblee sindacali a COBAS e Unicobas?

L’alterità del sindacalismo di base non può confondersi con l’insieme dei sindacati concertativi. Confederali ed autonomi hanno TUTTI grandi responsabilità. Tutti si preparano a gestire insieme il fondo pensioni Espero, auspicando investimenti propizi ma senza garantire neppure la percentuale del 2,5% annuo che assicura l’INPS. Un fondo a rischio dal carattere speculativo costruito sulla truffa del silenzio-assenso. Le acrobazie di Bernocchi, che vanno dall’estremismo massimalista e velleitario alle grandi ammucchiate con la destra sindacale, non fanno per noi.

Stefano d’Errico Segretario Nazionale