INTERVENIRE PER SALVARE IL CORNO D'AFRICA

Il 20 LUG il Mondo ha accolto con una grande soddisfazione l'annuncio dell'intesa che è stata raggiunta a Nairobi tra governo sudanese e ribelli

del sud su due questioni essenziali: il ruolo dell'Islam e l'autodeterminazione delle popolazioni del sud.

E' stata la prima volta che trattative di pace tra governo di

Khartoum e ribelli del sud hanno portato dei risultati concreti dall'inizio della guerra civile nel sud Sudan, nel 1983 che ha causato milioni di morti impoverendo il Paese più ricco in Africa.

L' accordo salutato da tutti i governi prevede un governo di emergenza per 6 mesi. Quindi un periodo di 6 anni con due parlamenti, uno nel nord e nel sud del Paese, e un'assemblea nazionale a Kharthoum, in vista di un referendum per decidere sul futuro del Sudan.

Il tutto sotto la supervisione di Stati Uniti, Gran Bretagna, Italia e Norvegia. Sono questi i punti fondamentali dell'accordo di pace raggiunto a Nairobi:

Secondo l'intesa una prima soluzione tra le due parti riguarderebbe l'autodeterminazione della popolazione del Sud Sudan e la separazione tra istituzioni e Islam. In particolare, dopo il periodo iniziale di 6 mesi, il

nord e il sud del Paese avranno una propria entità istituzionale, con governo, primo ministro e parlamento. Accanto alle due camere 'regionali', a Khartoum ci sarà una terza assemblea, cioè il parlamento nazionale.

L'altra parte dell'intesa riguarda invece la separazione tra politica e la religione islamica.

Subito dopo il governo sudanese ha dichiarato che l'accordo potrà trovare applicazione solo dopo il rispetto di un cessate il fuoco e diversi mesi fa il Presidente del Sudan ha annunciato un cessate il fuoco unilaterale per permettere alle trattative un successo.

I Paesi che hanno supervisionato l'accordo, compreso il governo italiano, si sono impegnati seriamente prima e durante le trattative per porre fine alla guerra ventennale che attanaglia il Sudan.

Gli attentati dello scorso 11 settembre, infatti, hanno dato vita a nuovi legami tra Washington e il governo sudanese che si è impegnato seriamente nella lotta contro il terrorismo.

Il Governo sudanese ha cercato di utilizzare in progetti che portano sviluppo economico e sociale il tutto il Paese compresa la parte sud.

All' improvviso e senza nessun avviso dell'Esercito popolare di liberazione del Sudan (Spla) viola la tregua e occupa la città di Torit (nel sud del paese)un passo incompatibile con il processo di pace.

In risposta Il governo sudanese si ritira dai negoziati di pace con i ribelli del Sud e ordina la mobilitazione generale delle forze armate.

Un fatto molto grave che non aiuta a sollevare la sofferenza di un continente che continua a vivere nel buio.

Di chi è la colpa ? Certo non del governo sudanese che non ha risparmiato nessun sforzo per raggiungere questa intesa. Da tempo il Presidente Omar Hassan El Bashir e la diplomazia sudanese operano per creare uno Stato pluralista dove tutti i cittadini possono avere gli stessi diritti e possono conoscere lo sviluppo.

Da anni abbiamo sentito solo minacce e tamburi di guerra dell'Esercito popolare di liberazione del Sudan (Spla) incoraggiato da tanti ONG italiane che utilizzano i soldi dei contribuenti italiani per alimentano l'odio religioso senza offrire l'aiuto umanitario.

I separatisti del SPLA violano la tregua uccidono civili innocenti nel silenzio generale dell'opinione pubblica compreso gli Stati che hanno patrocinato l'intesa.

Noi siamo consapevoli che il governo italiano che ha lavorato da anni per una soluzione nel martoriato Paese non rimarrà indifferente.

Chiediamo al governo italiano e a tutte le forze politiche di adoperarsi affinche' si ritorni al tavolo delle trattative per garantire una tregua durevole e per permettere una pace giusta nel rispetto di tutti i popoli del Corno d'Africa.

La pace nel sud del Sudan è un bene per tutti, per il Paese Arabo ed Africano, al fine di diventare veramente un ponte per lo sviluppo del Continente Africano.

Segretario Generale del Centro Italo Arabo e del Mediterraneo

Talal Khrais

Roma 05/09/2002

 

 

 

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