BUONA DOMENICA .... vediamo ... per quanto riguarda le
drammatiche notizie sullo SHUTTLE vi rimando al sito di
NAMIR -
http://artenamir.interfree.it/
per il resto, come al solito
cerco di farvi il riassunto di questa domenica :
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BERLUSCONI E I
suoi alleti, furono i primi a dire che bisognava
eliminare l'immunita' parlamentare, e i primi a dire CHE
AVEVANO FIDUCIA nei giudici odierni, dopo che le toghe
rosse erano andate in pensione.... ARRIVATA LA SENTENZA
che il processo riman a MILANO... ed ecco la reazione :
DA - LA REPUBBLICA
Il
premier convinto della saldatura tra magistrati e
opposizione
"Visto il congresso di Md, è impossibile
tergiversare ancora"
Berlusconi
torna all'attacco
"Subito la riforma della giustizia"
"La
sinistra tenterà ancora manovre giudiziarie e di
piazza"
Sulla guerra: "Se ci sarà sarà solo colpa di
Saddam Hussein"
TODI -
"Subito la riforma della giustizia". Berlusconi
torna all'attacco sul tema che gli è più chiaro. Lo fa
con una lettera al convegno organizzato dalla Fondazione
Liberal (Adronato e gli altri "liberal" di
Forza Italia) in svolgimento a Todi. Il messaggio è
molto chiaro: il governo vuole e andrà avanti con la
riforma della giustizia (nonostante il "veto"
della sinistra" e nonostante i tentativi di
"politicizzazione" della giustizia), e intende
anche fare tutte le altre riforme del suo programma.
Berlusconi corre col pensiero alle recenti polemiche
sulla decisione della Cassazione di lasciare i processi
Imi Sir-Lodo Mondadori a Milano e insiste, nella lettera,
su una convinzione già più volte resa nota: "Le
ultime vicende hanno dimostrato che è necessaria
innanzitutto una profonda riforma della giustizia e che
non è piu possibile tergiversare sul punto essenziale:
impedire l'uso illegittimo della giustizia da parte di
chi non sa più distinguere il suo ruolo giurisdizionale
dalla propria appartenenza politica".
Il
premier non cita il caso più recente della sentenza
della Cassazione, ma ricorda il congresso di Magistratura
democratica che "è stato purtroppo in questo senso
emblematico, facendo venire definitivamente allo scoperto
la saldatura tra una parte dei magistrati, che si
autodefinisce senza alcun imbarazzo di sinistra, e i
settori più radicali e oltranzisti della sinistra
stessa".
Se la giustizia è al primo punto dell'agenda di governo,
tuttavia è tutto il pacchetto di riforme che l'esecutivo
vuole portare avanti, dal federalismo con il varo
definitivo della devolution insieme alla quale
"occorre introdurre elementi di compensazione
istituzionale al centro, alla trasformazione del Senato
in camera delle regioni" e infine le riforme
economiche, come quelle del welfare, delle pensioni, del
mercato del lavoro, della scuola, della ricerca
scientifica e dell'università. "Il nostro impegno
deve essere quello di approvare nel tempo più breve
possibile queste riforme e di promuovere interventi
robusti e incisivi a favore della ricerca
scientifica".
Un lavoro e un impegno cui il governo non rinuncerà,
nonostante il "veto" della sinistra
"capace solo di condurre una opposizione al limite
dell'ostruzionismo". E anche se la sinistra
"non ha ancora rinunciato a mettere in azione
manovre giudiziarie o di piazza per tentare di ottenere
ciò che non è riuscita ad ottenere democraticamente
dalle urne", il governo andrà avanti senza indugi.
"La sinistra - aggiunge Berlusconi - in questo primo
scorcio di legislatura è ricorsa a tutti i mezzi, anche
i più spudorati, per gettare fango, in Italia e
all'estero, sul governo della Repubblica e sui partiti
del centrodestra".
Ma c'è "un altro ampio arco di legislatura"
per completare il programma di governo e quindi
raggiungere gli obiettivi prefissati. Invitando la
maggioranza ad essere unita ("Lo dobbiamo ai milioni
di cittadini che hanno votato per noi e al Paese che ha
bisogno di una guida dinamica e stabile"), il
premier spiega che "nella maggioranza non ci sono
nè golden share nè alleati privilegiati, nè corsie
preferenziali".
Infine, sulla questione Iraq, sulla quale si è
confrontato anche col presidente Bush, Berlusconi dice
che se guerra ci sarà, sarà solo per colpa di Saddam:
"Un'eventuale decisione a favore della guerra - dice
- non sarebbe in alcun modo imputabile ai Governi e agli
stati che si riconoscono nella superiore legittimità
dell'Onu, bensì ad un regime che non ha esitato a
mettere in discussione la sicurezza internazionale".
E sui temi internazionali, Berlusconi avrebbe avuto una
"cordiale" telefonata con il presidente della
Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. Telefonata di cui,
però, allo stato non risulta alcuna conferma ufficiale
né dal Quirinale, né da palazzo Chigi.
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PERO' se da una
parte la giustizia come di BERLUSCONI puo' essere
rappresentata dalle toghe rosse, non si capisce perche'
ci sono le sentenze sotto riportate - GLI ANARCHICI NON
SONO CERTO PIU' VICINI ALLA DESTRA ... e allora come le
commentiamo ?... vuoi vedere che ci sono anche le toghe
nere ?
DA - LA
REPUBBLICA
Al
processo di appello del gruppo insurrezionalista
inasprite le pene inflitte dalla sentenza di primo grado
Anarchici,
un ergastolo
e sette condanne
Accusati
di rapine e sequestri di persona
Carcere a vita per Francesco Porcu
ROMA -
Un ergastolo e sette condanne al processo di appello a 46
imputati accusati di far parte dell'organizzazione
rivoluzionaria anarchica insurrezionalista. La prima
corte di assise d'appello di Roma ha inflitto il carcere
a vita a Francesco Porcu, condannato per complessivi 95
anni di reclusione altre sette persone e assolto tutti
gli altri imputati.
La corte ha condannato Francesco Porcu anche
all'isolamento diurno per 18 mesi, Garagin Gregorian e
Rose Ann Scrocco (latitante) a 30 anni, Angela Maria Lo
Vecchio a 15, Orlando Campo a 10, Alfredo Maria Bonanno a
6 anni e 2 mila euro di multa, Giuseppe Martino e Lorenzo
Ricci a 2 anni e alla multa di 2 mila euro. Alcuni
i,putati dovranno risarcire i danni al governo italiano
che si era costituita parte civile.
Sono state così inasprite le pene inflitte con la
sentenza di primo grado, riconoscendo i reati di
associazione sovversiva ed eversiva e di banda armata,
sebbene limitatamente al cosiddetto gruppo anarchico
romano. Secondo l'accusa ne facevano parte Francesco
Porcu, Garagin Gregorian, Orlando Campo, Angela Maria Lo
Vecchio e Rose Ann Scrocco. Per la corte questi reati non
sono stati commessi da Alfredo Maria Bonanno, ritenuto
invece dall'accusa il capo del gruppo, sebbene la
originaria pena di 3 anni e 6 mesi di reclusione a suo
carico sia stata aumentata a 6 anni.
Tra gli
assolto c'è anche l'ecoterrorista svizzero Marco
Camenisch. Nei suoi confronti il sostituto procuratore
generale Antonio Marini aveva chiesto la condanna a 6
anni di reclusione. Camenisch era accusato di aver fatto
parte della Organizzazione rivoluzionaria anarchica
insurrezionale teorizzata da Alfredo Maria Bonanno. Per
la liberazione di Camenisch, 51 anni, arrestato nel 1991
a Cinquale (Massa Carrara), dopo una sparatoria con i
carabinieri e ora detenuto in Svizzera, da tempo si batte
il movimento anarchico e quello anarchico
insurrezionalista. Nei giorni scorsi sono state trovate
diverse scritte riferite a Camenisch in Toscana, nei
luoghi dove sono stati incendiati
alcuni ripetitori e una cabinovia
dell'Abetone, attentati di matrice ecoterrorista.
In primo grado la prima corte d'assise di Roma aveva
inflitto un ergastolo (per Francesco Porcu) e varie
decine di anni di reclusione nei confronti di 13 persone,
mentre altri 40 imputati erano stati assolti. Il 31
maggio del 2000 nei confronti di 46 di queste 53 persone
è stato presentato appello. Il sostituto procuratore
generale Antonio Marini aveva ipotizzato per 27 persone
dell'organizzazione i reati di banda armata e
associazione sovversiva, e aveva chiesto complessivamente
la condanna a 4 ergastoli e a 270 anni di reclusione.
Gli imputati erano accusati di aver compiuto rapine e
sequestri di persona allo scopo di autofinanziarsi. Tre
almeno i sequestri di persona individuati, quelli di
Ricca, Perrini e Silocchi. Secondo l'accusa, "le
numerose rapine di autofinanziamento, i sequestri di
persona, gli attentati, la detenzione delle armi e degli
esplosivi, rinvenuti nella cantina-covo di via Cristoforo
Colombo, nella capitale, non sono la realizzazione di
episodiche intese criminose, bensì la realizzazione del
programma di un sodalizio eversivo di chiara matrice
anarchica".
L'arco temporale preso in esame dal magistrato va dal
1985 al 1996 e riguarda una serie di azioni che il gruppo
denominato Organizzazione rivoluzionaria anarchica
insurrezionale (Orai) avrebbe compiuto in varie città
italiane. Si va dal reato di strage per l'autobomba,
destinata a una volante di polizia e che, invece, saltò
in aria provocando la morte, il 24 agosto 1989 al
quartiere Prenestino, di un membro dell'organizzazione,
Luigi De Blasi, all'omicidio di Antonio Lo Feudo,
freddato a Pescara il 21 dicembre del '90 durante la
tentata rapina alla gioielleria Ciletti; ad altre rapine.
Senza dimenticare il fallito attentato alla questura di
Milano del 14 agosto '88.
In questo secondo procedimento Marini aveva chiesto
l'ergastolo per Orlando Campo, Garagin Gregorian,
architetto armeno di origine libica, Rose Ann Scrocco, ex
hostess americana, e per Porcu, già condannato per il
sequestro di Mirella Silocchi. Per Alfredo Maria Bonanno,
considerato l'ideologo del gruppo, il pg aveva
sollecitato una condanna a 14 anni di reclusione,
rispetto ai 3 anni e mezzo inflittigli in primo grado per
propaganda e apologia sovversiva o antinazionale
relativamente al periodo '93-'96. Per Marco Camenisch,
assolto in primo grado, Marini aveva chiesto una condanna
a sei anni di reclusione.
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e
infatti mi trovo profondamente d'accordo con questo
articolo di LUIGI PINTOR
DA - IL
MANIFESTO
Fino in fondo
LUIGI PINTOR
L'on. Berlusconi è convinto di aver con sé l'opinione
pubblica, la maggioranza del popolo, quando proclama il
proprio diritto all'immunità come capo di governo eletto
dal popolo medesimo. Forse millanta credito, forse la
gente è meno credulona. Ma può anche darsi che abbia
ragione, non parlate al conducente e non disturbate il
manovratore c'era scritto sugli autobus e corrisponde al
senso comune. Questo senso comune è stato in questi anni
coltivato e teorizzato politicamente a destra e a
sinistra. Stabilità ed efficienza, quindi decisionismo,
quindi sistema maggioritario, quindi rappresentanza
parlamentare e potere esecutivo saldati e blindati,
quindi capi carismatici, quindi spirito plebiscitario. La
rigidità aziendale sovrapposta all'elasticità
democratica, una concentrazione di potere invece di una
distinzione e di un equilibrio di poteri.
E' un meccanismo intrinsecamente totalitario o
totalizzante, se la parola evoca meno ricordi. Il
conflitto dell'on. Berlusconi con la magistratura è
personale, trattandosi di un imputato di reati penali, ma
investe le istituzioni in quanto tali, compreso il
Quirinale. Se questo accade oggi, cosa non accadrebbe in
regime di premierato, con investitura diretta del
conducente?
Paradossalmente, se la sua maggioranza storcesse il naso
e preferisse una diversa leadership al proprio interno
l'on. Berlusconi le negherebbe legittimità. Nel futuro
regime scioglierebbe il parlamento e il ricorso al
giudizio del popolo sovrano non sarebbe una minaccia
indiretta ma una conseguenza diretta. Andrò fino in
fondo, fino in fondo, questa sua espressione autorizza a
immaginare qualsiasi scenario.
Di paradosso in paradosso, se seri indizi pesassero sul
capo del governo chiunque fosse circa la vicenda di
Cogne, finita anch'essa in Cassazione, la teoria
dell'immunità avrebbe la stessa forza che ha in materia
di corruzione? Ma sì, l'invocazione della sovranità
popolare contro la calunnia, l'intrigo e la persecuzione
politica può sempre valere, una volta che sia assunta
come principio regolatore assoluto della vita pubblica e
fonte di assoluzione.
Se così è in condizioni di normalità e in stato di
pace, cosa succederebbe in condizioni di emergenza e in
stato di guerra? Non c'è dubbio, un processo penale al
capo di un governo di un paese in guerra non si è mai
visto e sarebbe un alto tradimento. Questo non è un
paradosso, reduce dall'incontro con Blair e Bush l'on.
Berlusconi è riconosciuto come il principale alleato
europeo nel fronte di guerra all'Iraq, la stampa
anglo-americana non dice più male di lui e dei suoi
affari ma bene del suo probabile impegno militare.
Continuerà a dirne male un tribunale milanese?
Noi naturalmente sì, per quel che vale, ma ci sconcerta
che la sinistra non raccolga di slancio il guanto di
sfida. L'on. Berlusconi ha mal governato, sul terreno
dell'economia e delle relazioni sociali, dei bisogni e
dei diritti pubblici, delle regole istituzionali e della
legalità democratica, della nostra collocazione
internazionale e della pace, ed è lontano dal consenso
plebiscitario a cui aspira. Ma la sinistra si ritrae
perché ha dato spago al senso comune di cui ora è
vittima e ha più paura che fiducia. Dovrebbe imparare
dall'avversario a invertire l'ordine dei fattori e ad
andare fino in fondo.
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inoltre e'
gravissimo quello che accade CONTRO LA RICERCA - non solo
viene, come dire, chiuso il CNR, ma sono stati anche
spostati i vertici di tutti i maggiori centri statistici
italiani, ecco perche' i nostri conti economici sono
diversi da qulli che ci reclama l'europa, non tornano
mai.... forse questo influisce anche alla spinta di
Berlusconi, per uscirne e andare direttamente nelle
braccia di MAMMAMERICA ?
DA - IL
MANIFESTO
Scienziati
sotto controllo
Proteste dei ricercatori che annunciano manifestazioni
davanti al parlamento. Rita Levi Montalcini: «Decisione
deplorevole». Dopo l'annuncio si dimette il presidente
dell'Infm,
Flavio
Toigo
Il governo commissaria il Cnr e approva la modifica
Moratti degli enti di ricerca
Il governo sfida gli scienziati. Dopo mesi di braccio di
ferro tra il ministro dell'istruzione Letizia Moratti e
la comunità scientifica nazionale, a sorpresa ieri il
consiglio dei ministri ha deciso il commissariamento del
Consiglio nazionale delle ricerche e approvato i disegni
di riforma di alcuni importanti enti. Lucio Bianco,
attuale presidente del Cnr, verrà sostituito da Adriano
De Maio, oggi al vertice della Luiss, mentre il riordino
riguarderà anche l'Istituto nazionale di astrofisica
(Isaf) e l'Agenzia spaziale italiana (Asi). Una decisione
che assomiglia a un colpo di mano e che ha suscitato
reazioni immediate e durissime da parte dei ricercatori.
Solo ventiquattro ore prima, infatti, la riforma era
stata depennata dall'ordine del giorno del consiglio dei
ministri lasciando così sperare in un'apertura da parte
della Moratti. Invece nel pomeriggio la notizia della
retromarcia del governo e l'evidente decisione di voler
forzare la situazione a tutti i costi. «Il
commissariamento del Cnr è un atto illegittimo sul piano
formale e di tracotanza sul piano politico», è stato il
primo commento di Bianco, mentre per un altro nome
autorevole del mondo scientifico, come il premio Nobel
Rita Levi Montalcini, quella del governo è «una
decisione deplorevole che porterà a un peggioramento
dello stato attuale della ricerca in Italia». E mentre
gli scienziati preparano iniziative di protesta
clamorose, come la simbolica riconsegna davanti a
Montecitorio dei «ferri del mestiere» e la fuga in
massa all'estero, in serata in segno di protesta si è
dimesso Flavio Toigo, presidente dell'Infm, l'Istituto
nazionale di fisica della materia di cui è previsto
l'accorpamento con il Cnr.
Per i ricercatori italiani quella di ieri è stata
l'ennesima giornata trascorsa sulle barricate nel
tentativo di difendere l'autonomia del proprio lavoro.
Fin dal mattino in migliaia hanno partecipato alle molte
assemblee che si sono svolte nelle varie sedi del Cnr e
alle quali hanno partecipato anche scienziati prestigiosi
come Rita Levi Montalcini, Margherita Hack, Tullio Regge,
Giorgio Salvini, Giuliano Toraldo di Francia e Carlo
Bernardini. Tutti hanno criticato l'ipotesi di riforma
che prevede l'accorpamento degli enti con la conseguente
eliminazione di alcuni di essi ma che rappresenterebbe
anche una pesante minaccia al futuro della ricerca in
Italia. Con la riforma, infatti, il governo si
approprierebbe della possibilità di nominare i vertici
degli Istituti, a danno dell'equilibrio esistente oggi e
basato su nomine scelte sia dal ministro che dalla
comunità scientifica. Se approvato il testo - che ora
passerà al parere del parlamento - penalizzerebbe
inoltre in maniera pesante il Cnr dividendolo in tre
macro-aree di ricerca e privandolo della propria
autonomia sia finanziaria che gestionale. «Progetti che
la comunità scientifica non è in grado di accettare»,
ha osservato Rino Falcone, coordinatore dell'Osservatorio
della ricerca. «Pensavamo che la giornata di
mobilitazione avrebbe indotto almeno a un confronto
ulteriore con la comunità scientifica, ma adesso non
resta che accelerare le manifestazioni di protesta già
annunciate». E come primo atto i ricercatori hanno già
cominciato a far piovere sul ministero dell'Istruzione e
su palazzo Chigi centinaia e centinaia di fax.
«Non c'è nessun motivo di protestare da parte dei
ricercatori, perché la struttura degli enti di ricerca
rimane sostanzialmente immutata», ha difeso ieri sera la
decisione del governo il ministro per le politiche
Agricole Gianni Alemanno. «L'accorpamento riguarda solo
la parte burocratica amministrativa che viene
sostanzialmente sfrondata. Ci sono meno consigli di
amministrazione - ha proseguito il ministro - meno posti
da occupare ma le strutture vengono tutte preservate».
Un ottimismo non condiviso, ovviamente, da Flaminia
Saccà, responsabile università e ricerca dei Ds, per la
quale quello del governo «è un blitz dell'ultima ora,
anzi dell'ultimo minuto». «Da parte del ministro
Moratti c'è stato un tira e molla in questi giorni. Il
ministro ha voluto far vedere che apriva un giro di
consultazioni tra le forze politiche - ha detto ancora
Saccà - An stessa aveva chiesto un confronto più ampio,
ma Moratti ha deciso tutto lo stesso e, ripeto,
all'ultimo minuto, nonostante una protesta in atto dei
ricercatori al Cnr e di tutti gli istituti scientifici.
Si sono ribellati tutti ma lei ha proceduto lo stesso» .
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SEMPRE
SULLO STESSO TEMA ....
DA - IL MANIFESTO -
L'INTERVISTA
«Si stanno
spartendo la ricerca»
Lucio
Bianco, presidente uscente del Cnr: «Il commissariamento
è illegittimo. Farò ricorso al Tar.
IAIA VANTAGGIATO
A poche ore dal commissariamento del Cnr, Lucio Bianco -
presidente uscente suo malgrado - si dichiara sereno ma
determinato: «Contro un atto che consideriamo
illegittimo, faremo ricorso al Tar».
Professor Bianco,
il maggior ente italiano per la ricerca verrà guidato da
un «tecnico». Come valuta la nomina - al suo posto e
con poteri straordinari - del rettore della Luiss Adriano
De Maio?
Conosco bene De Maio e sono certo che sarà in grado di
portare avanti l'attività del Cnr. Mi chiedo piuttosto
se lui condivida sino in fondo il progetto di riforma e
se sia nella condizione di decidere in modo autonomo i
nomi dei tre vicecommissari che - come apprendo dalle
agenzie insieme a tutto il resto - verranno nominati.
In modo autonomo
vuol dire indipendentemente da appartenenze politiche?
Beh, che si sia pensato a ben tre vicecommissari quando
sarebbe bastato un unico commissario fa pensare ad una
spartizione; alla volontà di accontentare varie forze
politiche.
Lei ha parlato di
atto illegittimo e di attacco alla Costituzione. Perché
Qualsiasi commissariamento deve essere motivato da fatti
eccezionali. Ora, il commissariamento del Cnr è stato
motivato con la scadenza - alla fine di marzo - del
consiglio direttivo. Ciò significa che il mandato è
stato tagliato di due mesi quando, cioè, gli organi
godono ancora dei pieni poteri.
Anche lei
«scade» a fine marzo?
Il mio mandato scade - diciamo sarebbe scaduto - alla
fine del 2005. E' per questo che nel caso in cui il Tar
dovesse darci ragione io mi dimetterò immediatamente.
Come, se il Tar le
dà ragione lei si dimette?
Ciò che mi sta a cuore è ripristinare la legittimità
formale degli atti di governo, non difendere la mia
poltrona. Inoltre, solo così potrei dare una lezione di
stile ad un governo che non ha avuto neanche la cortesia
istituzionale di avvertire. Del commissariamento, della
mia destituzione, dell'approvazione della riforma degli
enti sono venuto a conoscenza solo oggi, grazie alle
agenzie di stampa.
Eppure la bufera
era nell'aria. Non ha mai cercato di incontrare il
ministro Moratti?
Nel corso dell'ultimo anno e mezzo ho scritto più volte
al ministro chiedendo di essere ascoltato, di poter
illustrare ciò che sinora era stato fatto ma anche ciò
che necessitava di correzioni. Correzioni, non
stravolgimenti perché né la missione né
l'organizzazione scientifica del Cnr va stravolta. E l'ho
chiesto individualmente, come presidente del Cnr, come e
insieme ai membri del consiglio direttivo e del comitato
scientifico.
Quante volte le ha
risposto Moratti?
Nessuna. Le sembra corretto?
I ricercatori
hanno ribadito che continuerà la loro raccolta di
richieste di anno sabbatico per poter svolgere attività
di ricerca all'estero.
Sono al loro fianco. Del resto, è l'unico modo di cui
dispongono per manifestare al ministro insoddisfazione.
Sia rispetto al metodo - visto che non c'è stato alcun
dibattito preliminare - che ai contenuti.
La riforma degli
enti, a suo parere, è un attentato alla libertà di
ricerca?
Assolutamente sì. Il progetto del decreto legislativo
riduce fortemente l'autonomia del Cnr che è - a tutti
gli effetti - un ente di ricerca non strumentale, dunque
assimilabile ad accademie e università e quindi dotato
dello stesso grado di autonomia sancito dall'articolo 33
della Costituzione. Spero che le commissioni parlamentari
pongano rimedio.
Cosa s'intende per
enti non strumentali?
Enti nei quali la ricerca è libera da vincoli e non è
legata al raggiungimento di obiettivi immediati. Enti nei
quali la ricerca «serve» solo ad aumentare le
conoscenze indipendentemente dalle applicazioni.
Scuola,
università, ricerca. Intravede una strategia precisa di
affossamento?
Quello che vedo è una completa incultura per l'alta
formazione e la ricerca; una non conoscenza dei problemi
reali e delle dinamiche che in tutti i paesi del mondo
vigono in questo campo. Credo che questo governo stia
facendo di tutto per affermare una cultura utilitaristica
cui interessano solo risultati e applicazioni, una
ricerca strumentale e di breve periodo inconciliabile con
la vera ricerca: quella di base e a lungo termine.
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TUTTE LE SCUOLE
andrebbero monitorate... ma la usl risponde a
tutti....non si puo' fare... il 90 per cento sarebbero
chiuse... ed ecco allora che il dramma e' stato nuovamete
sfiorato !
MONTELIBRETTI
Tragedia
sfiorata all'asilo
Crolla il tetto, ferite la maestra e una bimba. Era una
scuola a rischio
ANGELA CAMUSO
MONTELIBRETTI (Roma)
Grazie al cielo. Perché se non fosse nevicato, giovedì
notte, in questo paesino di montagna a 45 km di Roma,
chissà in quanti avrebbero pianto. A Montelibretti, ieri
mattina, è stato uno scuolabus in ritardo, proprio a
causa del maltempo, a cambiare il destino di 70 bambini,
alunni dell'unico asilo comunale del paese, che conta
5000 abitanti. Il tetto in tegole e legno della scuola
materna «Il Castello», composta di tre classi, è
crollato e ha fatto sbriciolare come fosse di cartone il
solaio di due aule: scomparso il soffitto, mentre banchi
e cattedre sono rimasti sepolti dalle macerie. E pensare
che questa scuole era stata controllata, l'ultima volta
proprio giovedì mattina, dall'ufficio tecnico del
comune, nell'ambito dei sopralluoghi avviati dopo la
tragedia della scuola «Jovine» di San Giuliano di
Puglia, in Molise. Ma di quel tetto malconcio, nessuno si
era accorto.
Erano le 8.40, ieri mattina. Le lezioni sarebbero
iniziate alle nove. E una decina di bambini e qualche
maestra, infatti, erano già entrati nell'atrio, stanchi
di aspettare al freddo il resto della scolaresca. «Ho
sentito um boato. Ho pensato al terremoto», dirà poi
l'insegnante Sofia Gatto, 47 anni, che ha sentito prima
un colpo in testa, poi è stata scaraventata a terra
dalla pioggia di detriti, finendo in ospedale con un
traumacranico. Vicino a lei c'era Ilenia, cinque anni. La
sorte ha voluto che la maestra e la piccola non avessero
già varcato la soglia dell'aula: Ilenia è stata
raccolta sanguinante, ma si salverà. Ha un trauma
cranico, una frattura alla spalla e una ferita
sullafronte: i medici dell'ospedale Umberto Primo di Roma
- dove la bimba è stata trasferita in elioambulanza dal
pronto soccorso di Palombara Sabina, un centro a pochi
chilometri da Montelibretti - dicono che guarirà in 30
giorni, salvo complicazioni.
«Non abbiamo mai avuto un segnale di quel che stava per
accadere. Il nostro paese è sato baciato dalla
fortuna», è stato il commento del sindaco, Pasqualino
Imperi, 47anni. Lo stesso sindaco che insieme ai geometri
del suo ufficio tecnico aveva inserito «Il Castello»
tra le scuole a rischio, dopo una serie di sopralluoghi -
l'ultimo giovedì mattina - compiuti all'indomani della
strage a San Giuliano di Puglia. Ma, sorpresa, in quel
catalogo di cose da rifare all'interno dell'asilo (come
gli impianti elettreci e le uscite di sicurezza) non era
stato menzionato il tetto. «Non so darmi una
spiegazione» ha continuato a ripetere, in lacrime.
Il capoufficio tecnico del comune di Montelibretti autore
dell'ultimo sopralluogo, il geometra Vincenzo Zito, che
appena ha saputo del crollo a «Il Castello» è corso a
scavare come un pazzo tra le macerie, sordo alle voci di
chi gli urlava che tutti erano in salvo. La procura di
Tivoli ha aperto un'inchiesta, che sarà affidata al
sostituto procuratore Salvatore Scalera. I primi
sopralluoghi effettuati da un'equipe di tecnici del genio
civile di Roma, escludono che a causare il crollo sia
stato il peso della neve cadutanella notte, alta sul
tetto soltanto pochi centimetri. A cedere sono state le
travi in legno che compongono la capriata del tetto,
insieme a una catena di tiranti in acciaio che stanno
alla base di quest'ultima, unita alle travi per mezzo di
bulloni. «Forse la causa è stata un bullone
deteriorato, magari per la ruggine, che avrebbe fatto
crollare prima le travi in legno, che poi hanno spezzato
i tiranti in acciaio - dice Antonio Nuzzo, dirigente del
genio civile di Roma - O forse è proprio la catena di
acciaio a essere crollata per prima». Le accuse e i
proclami, per l'ennesima tragedia sfiorata, sono arrivati
da ogni parte. Il presidente dell'Unione genitori,
Donatella Poselli, ha definito la vicenda un «fatto
vergognoso», invitando le amministrazioni pubbliche ad
impegnarsi per rendere le scuole più sicure. «La messa
in sicurezza di tutti gli edifici scolastici non è più
rinviabile - è stato il commento della Cgil Funzione
Pubblica - Purtoppo registriamo insensibilità e
sottovalutazione nelle politiche del governo che in sede
di legge finanziaria ha pesantemente ridotto i
trasferimenti agli enti locali, penalizzando la qualità
dei servizi».
A Montelibretti, intanto, la gente sfila in silenzio
davanti allo scheletro del «Castello». E' un paese
sotto choc. Che ancora non sa se maledire il fato. O
ringraziarlo.
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UN'ALTRA BELLA
INTERVISTA DI QUESTO potere al potere che si difende dai
giudici - naturalmente Pubblicata da :
IL
CORRIERE DELLA SERA - L'INTERVISTA
Gargani:
Rognoni sbaglia, mi chiedo se ha avuto il via libera dal
Quirinale
ROMA
- «Rognoni sbaglia due volte. Descrive una
situazione della giustizia da "paradiso
terrestre" che anche un bambino può smentire.
Ma, soprattutto, doveva tacere. E presumo che prima
di rispondere al presidente del Consiglio abbia
chiesto il permesso al capo dello Stato». Giuseppe
Gargani, responsabile giustizia di Forza Italia,
commenta con durezza il monito del vicepresidente del
Csm, Virginio Rognoni, a difesa della magistratura,
della sua autonomia e indipendenza. E si interroga
sulla posizione del Quirinale.
Perché
Rognoni doveva tacere?
«Perché la sua è una chiara risposta a Berlusconi.
Ma il vertice del Csm non può, e non deve,
rispondere al presidente del Consiglio. Penso che,
proprio perché la dichiarazione era stata
annunciata, Rognoni ne abbia parlato anche con il
Presidente».
Vuole dire che il capo dello
Stato ha avuto un qualche ruolo nella vicenda?
«Presumo che il vicepresidente chieda al presidente
una sorta di autorizzazione. E mi domando se abbia
avuto un via libera».
Cosa si risponde?
«Non posso credere che il capo dello Stato mandi
avanti il vicepresidente del Csm. Se vuole fare un
intervento di questo tipo, che è un intervento
politico, lo può fare, come lo ha fatto in
passato».
Quale parte del monito di
Rognoni giudica inopportuna?
«Tutte. La sua è una sintesi da
"Bignami", quei riassunti che gli studenti
usavano prima degli esami di diritto pubblico. Dice
cose ovvie».
Ha detto che non cè un
«governo delle toghe».
«Anche un bambinetto può vedere che una parte della
magistratura fa politica. E sono le punte più
avanzate che fanno la storia. Comunque le polemiche
sono solo la punta di un iceberg. Dal 48 in poi
la giurisdizione è molto cambiata. Ora, dalla
bioetica allambiente, ogni sentenza ha
connotazioni politiche. Rognoni fa lingenuo e
sfugge alla domanda essenziale su quale giustizia e
quali giudici noi vogliamo».
Il vicepresidente sottolinea
come sia stato il Polo a dire che, con la Cirami,
sono comunque i giudici a dover decidere.
«Le sentenze della Cassazione vanno rispettate,
siamo daccordo. Ma questo non significa che non
possano essere criticate»
Con una sentenza diversa le accuse non si sarebbero
attenuate?
«Certo non si sarebbe parlato di "governo delle
toghe". Ma la sinistra avrebbe gridato contro il
provvedimento "ad personam". In questo i
due Poli si equivalgono. E proprio questa la
crisi da cui bisogna uscire al più presto».
Come?
«Lo dico da 10 anni, ripristinando le prerogative di
cui il Parlamento si è spogliato».
Limmunità?
«Certo. Lorigine del dissesto è tutta lì. E
la legislazione doveva iniziare ripristinando i
rapporti tra i poteri dello Stato. E un
problema che si stanno ponendo tutti in Europa e nel
mondo».
Rognoni ricorda che tutti i
cittadini sono uguali di fronte alla legge.
«Le prerogative del Parlamento esaltano
luguaglianza perché evitano i soprusi. I
poteri devono avere pesi e contrappesi. Se si altera
lequilibrio viene meno larmonia sociale.
Tutti devono rispondere alla legge ma non per fatti
politici ».
Pecorella (FI) parla di «proclama politico».
Concorda?
«La riservatezza del Csm fa parte dellarmonia
fra le istituzioni e in questo senso sono
daccordo. Comunque il nodo è che il Csm non è
il vertice della magistratura. LAnm aveva già
parlato. Bastava».
Il Polo non chiede che
lAnm non esorbiti dal suo ruolo di sindacato?
«Almeno lAnm non è titolare dellazione
disciplinare sui magistrati. Sbilanciandosi con
questo giudizio sommario assolutorio ora Rognoni, e
il Csm, si dovranno scontrare con una realtà
quotidiana che non è così rosea. E negare la
realtà non aiuta nel dialogo tra istituzioni».
LAnm dice che un potere
non dovrebbe aggredire laltro.
«Che da 10 anni sia il potere politico a subire
aggressione non lo può negare nessuno. E agli
atti».
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E'
SIMPATICO QUESTO sondaggio, per comprendere le bieghe
mosse politiche nel centrodestra :
Lattacco
del Cavaliere alla Cassazione piace poco, anche nel
centrodestra anche contro fini che aveva cercato di
difendere il suo cavaliere :
DA - IL
CORRIERE DELLA SERA :
di RENATO
MANNHEIMER
La
sentenza della Corte di Cassazione riguardo alla sede
dei processi in cui sono coinvolti Berlusconi e
Previti ha suscitato numerose discussioni e
polemiche. Tutti i media ne
hanno parlato, in Italia e allestero. Eppure,
solo poco più della metà degli italiani ha compreso
bene il merito della vicenda e sa spontaneamente
descrivere in modo esatto la natura della decisione
della Corte. Gli altri si dividono tra risposte
errate (28%) e dichiarazioni «non so». Ciò
nonostante, la gran parte della popolazione, una
volta informata sulla questione, esprime un giudizio
al riguardo. La maggioranza assoluta ritiene che la
Corte abbia agito in modo obiettivo e non abbia
voluto attaccare personalmente il presidente del
Consiglio. Né che ci sia, in generale, un
particolare accanimento dei giudici contro di lui.
Cè, naturalmente, una differenziazione secondo
lorientamento politico, con opposte posizioni
tra gli elettori di centrodestra e di centrosinistra.
In parte, ciò dipende dal fatto che, nel formulare
la propria opinione, specie quando si tratta di
questioni come questa, relativamente complessa e
della quale, come si è visto, si sa poco, si fa
spesso riferimento alla posizione della forza
politica verso la quale si ha maggior fiducia. Che
svolge un ruolo di «facilitatore», aiutando a
definire il proprio orientamento sui problemi più
complicati. Ma proprio per questo è particolarmente
significativo che, in questa specifica occasione, una
quota minoritaria ma assai rilevante (30-40%)
dellelettorato del centrodestra assuma
posizioni opposte a quelle del presidente del
Consiglio, negando in particolare che la Corte abbia
voluto «colpire» personalmente Berlusconi, e
dissociandosi dalla più generale valutazione su di
una battaglia ingaggiata dai giudici contro il
Cavaliere.
E probabile che larea di dissenso del
centrodestra sarebbe stata ancora più elevata se
proprio il presidente del Consiglio non fosse
intervenuto direttamente al riguardo. La
dichiarazione di Berlusconi in televisione ha
suscitato molte critiche. Ma parrebbe avere raggiunto
il suo scopo: quella di persuadere almeno una parte
del suo elettorato. In particolare, quei segmenti che
già in passato apparivano più sensibili alle
dichiarazioni del presidente del Consiglio e più
propensi a condividerne le argomentazioni. Si tratta,
come già si sa, delle persone più giovani, con
titolo di studio medio, e, specialmente, già
orientate al centrodestra. E' a costoro che
Berlusconi si è rivolto. Ed è lappoggio di
costoro che è riuscito in parte a mantenere (anche
se più del 30% dei suoi elettori non ha apprezzato
le sue dichiarazioni), ben sapendo di suscitare una
tempesta di critiche tra gli elettori
dell'opposizione (al cui consenso, tuttavia,
probabilmente, è meno interessato).
In definitiva, a fronte di un impatto iniziale
piuttosto negativo per Berlusconi, la capacità
comunicativa di questultimo ha saputo, al
solito, tamponare in larga misura i danni per lui
più gravi sul piano del consenso. Anche se la
maggioranza della popolazione italiana - e, quel che
più conta, una parte significativa dell'elettorato
della Cdl - è in disaccordo con le posizioni del
Cavaliere riguardo alla magistratura.
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QUESTO e' di
pietro - giustizialista... e non lo si puo' assolutamente
definire un uomo di sinistra, semmai di centro destra
anche se e' alleato con l'attuale opposizione - ma fu o
non fu acclamato anche dalla lega nell'epoca di
tangentopoli ?
DA - IL
CORRIERE DELLA SERA - L'INTERVISTA :
Di Pietro:
sulla giustizia questo Parlamento è in conflitto
dinteresse
«Troppi inquisiti di Mani pulite e loro avvocati pronti
a indagare chi un tempo li giudicò». «Pomicino accusa
dopo 7 anni e non a caso colpisce chi guida
Montecitorio»
MILANO
- Ricattatore di Casini. Così lha dipinto
Paolo Cirino Pomicino nellintervista pubblicata
ieri sul Corriere .
Ma Antonio Di Pietro non solo respinge laccusa
dellex ministro dc più volte inquisito, la
ribalta: «Nelle dichiarazioni di Pomicino leggo il
rilancio della stagione dei ricatti che blocca
lattività di questo Parlamento: dopo 7 anni, a
freddo, scrive un libro e manda messaggi non a caso
rivolti a chi, come Casini, è diventato presidente
di Montecitorio...».
Ma
allora è in qualche modo daccordo con
Pomicino: il tema giustizia non permette alle Camere
di funzionare, dunque urge una pacificazione
nazionale .
«Eh no, Pomicino vuole unamnistia
generalizzata, io chiedo di fare delle scelte
nellinteresse del Paese».
Ad esempio?
«Innanzitutto lineleggibilità di chi è stato
condannato con sentenza passata in giudicato. Ma non
basta».
Qualcuno potrebbe dire che non
basta perchè Berlusconi non ha condanne
definitive...
«Ecco, su questo punto non sono per nulla
daccordo con Fassino e Rutelli: se si andasse a
elezioni anticipate e Berlusconi venisse eletto con
una condanna in primo grado si porrebbe un problema
politico di rappresentatività. Dunque propongo che
in Parlamento un condannato in primo grado abbia la
stessa sorte di un pubblico ufficiale, ovvero la
sospensione dallincarico fino al termine del
processo».
Ma perchè ritiene che il
Parlamento non possa funzionare?
«Perchè in materia di giustizia si trova a essere
in palese conflitto dinteresse. Una prima
categoria di parlamentari ha avuto problemi con la
legge ai tempi di Mani pulite, magari non ha condanne
ma ha beneficiato di prescrizioni e amnistie. A
questi si aggiungono i difensori di quegli stessi
parlamentari, ora onorevoli. Infine quelli non
toccati dalle inchieste solo perchè queste
arrivarono appena alla punta delliceberg. Anche
costoro però possono ricattare, far capire che
potrebbero "ricordare" qualcosa... Come è
possibile che in una commissione dinchiesta su
Tangentopoli parlamentari con questo passato abbiano
poteri simili allautorità giudiziaria per
indagare su giudici che un tempo indagarono su di
loro o sui loro clienti? Tutto ciò va sbloccato al
più presto».
Altrimenti?
«La stagione dei ricatti continuerà e ognuno userà
il Parlamento per risolvere i propri interessi
particolari. Berlusconi ha già cominciato con quei
richiami trasversali a Prodi sul caso Sme. E
solo linizio».
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DA
QUANDO I VERTICI SONO A RISCHIO DI CAMBIAMENTO - ecco
di cosa si occupa l'istat -
DA
- IL MESSAGGERO
Istat:
venti minuti lattesa media alla Posta
E per andare al lavoro si preferisce lauto
MILANO -
Il 40% degli utenti Asl hanno atteso oltre 20 minuti, nel
2001, per il servizio richiesto. E non è andata meglio a
chi ha effettuato operazioni sulle pensioni e versamenti
alle Poste, come rileva lIstat in uno studio sui
servizi pubblici. Dal quale si evince che al Centro e al
Sud le code sono più lente che al Nord.
Dal 1993 al 2000 si è stabilizzato l'uso dei servizi
postali, ma nel 2001 è tornato a crescere grazie
all'incremento dei servizi bancari. Gli utenti
dell'anagrafe sono calati dal 60,5% del 1993 al 44,3% del
2001, mentre gli uffici amministrativi delle Asl scendono
dal 49% del 1993 al 43,2% del 2000, ma registrano un
lieve aumento nel 2001 (45,3%). Secondo lindagine
Istat una quota rilevante di famiglie sostiene di aver
avuto difficoltà nell'accesso ad alcuni servizi,
soprattutto relativi all'azienda elettrica (66,1%), del
gas (60,2%), pronto soccorso (57%), polizia e carabinieri
(41,6%). Quanto alla modulistica fiscale, è rimasto
stabile il ricorso, dal 1993 e il 2001, a persone o
organizzatori per la compilazione. Nel 2001, il 45,6%
delle famiglie ha usufruito dell'intermediazione, il
19,4% si è rivolto a persone non a pagamento e il 22% a
un componente della famiglia.
Auto. Gli italiani preferiscono l'auto per andare a
lavoro, anche se nelle grandi città il trasporto
pubblico è più utilizzato che altrove (il 17,3% dei
residenti usa tram e bus). Principali fruitori del
trasporto pubblico - in calo dal 26,2% del 2000 al 24,1%
- sono studenti (40,8%), persone in cerca di prima
occupazione (27,5%), casalinghe (26%), pensionati
(24,5%). Il 10,9%, rileva lIstat, ha utilizzato i
mezzi pubblici abitualmente, cioè tutti i giorni o
qualche volta la settimana. Le donne scelgono autobus,
tram o filobus più di quanto lo facciano gli uomini
(27,1% contro 20,9%) e soprattutto in Liguria (44,3%) e
Lazio (38,1%). In base al rapporto Istat, gli utenti di
trasporti pubblici urbani hanno denunciato un «elevato
grado» di insoddisfazione, anche se in «lieve
miglioramento» rispetto all'anno precedente: aumenta la
soddisfazione per le corse, la puntualità, la velocità
e la comodità degli orari.
Raccolta differenziata. In aumento la raccolta
differenziata dei rifiuti: le famiglie che non la
effettuano mai sono passate dal 22,8% del 1998 al 18,7%
del 2001. I generi di rifiuti che le famiglie raccolgono
abitualmente in modo differenziato sono soprattutto il
vetro (56,2%), la carta (52,5%) e i contenitori di
plastica (46,8%). Rilevanti le differenze territoriali:
positiva la raccolta al Nord mentre al Centro -
sottolinea lIstat - è al di sotto della media
nazionale e al Sud e Isole solo la metà.
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con gli eruo
TUTTO E' DIVENTATO CARISSIMO... proprio l'altro giorno mi
sono resa conto che non c'e' piu' nulla sotto le ex
tremila lire... ora non ci si rende contro neanche dove
e' arrivata la benzina con la politica estera di bush e
gli appoggi di berlusconi e inglesi :
DA - IL
MESSAGGERO
La
benzina vola ai massimi da oltre due anni
Un
litro arriva a quota 1,095 euro. In aumento anche il
prezzo del gasolio
di
GUGLIELMO QUAGLIAROTTI
ROMA - I mercati petroliferi continuano a restare in
fibrillazione per la situazione in Medio Oriente e così
i prezzi della benzina schizzano a 1,095 euro al litro
segnando, a partire da oggi, un nuovo record da oltre due
anni. L'Ip, uno dei marchi del gruppo Eni, che già aveva
portato il prezzo della verde sopra quota 2.100 delle
vecchie lire. ha infatti annunciato un ulteriore rialzo
di 0,008 euro al litro. In aumento anche il gasolio che
passa a 0,913 euro segnando un rincaro di 0,005 euro al
litro.
Spinti dalle fiammate delle quotazioni petrolifere legate
alle incertezze per la situazione mediorientale, i prezzi
dei carburanti proseguono così il rally che ha visto il
prezzo della verde salire, solo nel giro dell'ultimo
mese, fino a 0,020 euro al litro. Per un pieno gli
automobilisti spendono così oggi un euro in più
rispetto alla vigilia del Capodanno 2002.
In un anno, dalla fine del gennaio 2002, il prezzo della
benzina ha così guadagnato circa 0,1 euro. Vale a dire
quasi 200 vecchie lire che per un rifornimento completo
si traducono in una maggiore spesa che arriva a sfiorare
i 5 euro, 10 mila vecchie lire. Il caro pieno non
risparmia comunque anche gli altri carburanti: il nuovo
rincaro, atteso per domani, porterà infatti il gasolio a
0,913 euro al litro, 0,072 euro in più di un anno fa.
A pesare sui prezzi alla pompa di benzina e diesel, ormai
alle stelle, pesano le vicende delIraq. Le
quotazioni del petrolio si sono spinte infatti, nelle
ultime settimane, anche sopra i 34 dollari al barile
(33,50 oggi il greggio americano a New York) sulla scia
dei tamburi di guerra su un imminente attacco all'Iraq.
Una situazione di crisi, alla quale si deve aggiungere la
crisi del settore determinatasi con gli scioperi in
Venezuela che hanno compromesso le esportazioni dal paese
sudamericano uno dei principali paesi fornitori Usa.
Ma gli scenari internazionali potrebbero riservare brutte
sorprese nell'immediato futuro. Le conseguenze di una
nuova guerra in Medio Oriente sono infatti imprevedibili
per quanto riguarda l'effetto sul mercato petrolifero. E
quindi sui prezzi dei carburanti e delle altre materie
prime energetiche. Anche solo considerando l'emotività
dei mercati: «Siamo entrati ormai in allarme ed ogni
piccolo fatto assume un peso incredibile», commentano
gli operatori spiegando che al momento ogni possibile
previsione in tema di quotazioni dell'oro nero potrebbe
essere smentita dai fatti. Di certo, ad oggi, c'è che il
caro-greggio ha vanificato completamente i benefici
dell'apprezzamento dell'euro sul dollaro (senza il quale
oggi il prezzo della benzina alla pompa sarebbe comunque
più alto di 30 vecchie lire al litro).
Le preoccupazioni degli analisti non riguardano però
solo la spesa degli automobilisti. Il caro petrolio
incombe infatti sull'intera economia, cominciando
dall'inflazione: per ogni 0,0036 euro di variazione
registrato dai prezzi dei carburanti in un mese gli
esperti del settore stimano infatti un impatto
sull'andamento dei prezzi al consumo dello 0,1% su base
mensile. Ma non è tutto. L'aumento dei carburanti non
incide infatti solo sull'andamento del'indice dei prezzi
al consumo e sulle voci correlate (come elettricità e
gas che già a gennaio sono salite per il caro-oro-nero)
ma anche sui costi di trasporto e quindi, nel medio
periodo, su tutte le merci ed i prodotti.
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E'
INTERESSANTE SEGUIRE le provocazioni che stanno
accadendo, queste sicuramente nonfanno bene alla pace,
non bisogna lasciarsi andare a certe evidenti
provocazioni :
DA -
L'UNITA'
Forza Nuova
apre una nuova sede a Modena, scontri con no global e
polizia: due feriti
di
red
Ancora
un sabato di scontri tra Forza nuova e no global. dopo
quelli di Bologna, due settimane fa, stavolta è successo
a Modena, dove questa mattina il movimento di estrema
destra ha inaugurato la sua sede in pieno centro storico.
Per
l'occasione, Giovani comunisti, Prc e no global avevano
proclamato una manifestazione di protesta.
Negli
scontri, fanno sapere da Forza nuova, è rimasto ferito
un loro militante bolognese di 18 anni. «Non sappiamo
come sta- spiega Luigi Casto, militante di destra-
perchè non riusciva a parlare. Sicuramente, però, ha un
trauma cranico commotivo, diagnosticatogli sul posto
prima che venisse portato al
policlinico. Non sappiamo come si è fatto male, se per
una sassata o nel corso della carica delle forze
dell'ordine». Ma i no global non hanno dubbi: «Sono
state le forze dell'ordine- dice Antonio Tomeo, di un
collettivo universitario- noi non eravamo vicino al
ragazzo ferito. Anche tra i nostri c'è stata una persona
portata in ospedale dopo essere stata picchiata da un
esponente di Forza nuova».
Il
presidio dei no global doveva svolgersi sotto la
Ghirlandina. A un certo punto, però, una cinquantina di
persone si sono staccate e hanno cercato di avvicinarsi
alla sede di
Forza nuova, dove per la cerimonia di inaugurazione era
presente anche il leader nazionale del movimento
neofascista, Roberto Fiore.
Il
contatto tra disobbedienti e estremisti di destra è
avvenuto su viale Trento e
Trieste mentre gli esponenti di Forza nuova, circa una
quarantina, andavano verso le loro automobili. In quel
momento è partita la carica della polizia.
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UNA
BELLA INTERVISTA A SERGIO SERGI - sull'unione eruopea e
la guerra :
DA -
L'UNITA' - L'INTERVISTA
"L'Europa
cerca posizioni comuni, Berlusconi volta le spalle"
BRUXELLES «Lo voglio chiedere con la massima
schiettezza: Berlusconi guiderà lUnione europea,
nel prossimo semestre, ubbidendo allamministrazione
americana oppure provando, innanzitutto, a mettere
insieme i partner europei su una posizione comune, sempre
più forte, in politica estera?»
Lon. Pasqualina Napoletano, è presidente della
Delegazione Ds al Parlamento europeo e vicepresidente del
gruppo Pse. Ovviamente, è soddisfatta del voto con cui
giovedì lassemblea di Bruxelles ha definito
«ingiustificato» un intervento militare in Iraq. La
risoluzione è passata a maggioranza, con il voto
contrario del Ppe e della destra. Nello stesso tempo,
Berlusconi era a Washington per dimostrare fisicamente di
essere poco europeo. Dal primo giorno di luglio,
Berlusconi parlerà a nome dellUnione. È questo
che preoccupa? «Berlusconi, e i suoi ministri nei vari
Consigli europei, presiederanno lUnione per un
semestre: sarà il loro compito e nessuno glielo
contesta. Ma come gestiranno, sia il presidente sia il
ministro degli esteri Frattini, la politica estera
dellUe in una fase che non è difficile prevedere
che sarà delicatissima? Avere la responsabilità della
presidenza non prevede manifestazioni ambigue, tantomeno
di rottura, esternazioni stravaganti e acquiescenza verso
lesterno. Quanto sta accadendo non promette nulla
di buono. Berlusconi, appena qualche settimana fa, è
andato da Putin e ha gridato ai quattro venti che gli
ispettori, in Iraq, non avrebbero trovato nulla. Vedremo
cosà dirà nella nuova, imminente, visita. Laltro
giorno è andato da Bush e ha annunciato la presentazione
di prove schiaccianti contro Baghdad. Uno che parlasse
così a nome dellUnione non sarebbe esattamente un
esempio di saggezza ed equilibrio, doti tradizionali di
una presidenza di turno».
E cosa dovrebbe
fare un presidente dellUnione?
«Rientrare nei ranghi. Non firmare, per esempio, un
documento con pochi altri partner europei, dimostrando
scarso senso di solidarietà verso i dirigenti
dellattuale presidenza greca. LItalia
partecipa alla cosiddetta "trojka" europea,
visto che tra pochi mesi riceverà il testimone da Atene.
In politica estera non si possono né devono farsi certi
giochini. LEuropa non apprezza. Non si può far
parte della "banda degli otto o nove"
pugnalando alle spalle il ministro con cui si va in giro
a spendere le buone ragioni dellUnione».
Il ministro
Frattini, ieri, era insieme a Papandreu ad Ankara e ha
detto che la lettera firmata da Berlusconi, Blair, Aznar
& C. non contraddice la linea adottata
allunanimità dai ministri degli esteri il 27
gennaio.
«E se non è in contrasto, allora perché lhanno
firmata? Che bisogno cera? Forse che lUnione
non ha mai espresso la propria solidarietà agli Stati
Uniti? Ci sono montagne di documenti, del Consiglio e del
Parlamento europeo, che si schierano, a maggior ragione
dopo l11 settembre, con gli Usa nella lotta al
terrorismo. Spiace dirlo, ma non si aiuta la faticosa
strada dellEuropa verso una posizione comune in
politica estera, voltandole le spalle alla prima
occasione. Non si rompe uno sforzo unitario, specie se un
paese è tra i fondatori di questa straordinaria
avventura. La presidenza greca, pure Solana lha
ricordato, è impegnata in prima persona nella ricerca di
soluzioni politiche e pacifiche anche in Medio oriente e
in Corea. I greci li vogliamo sostenere o gli remiamo
contro?».
Il voto del parlamento europeo
aiuta il processo unitario?
«Il pronunciamento è molto importante. Specie in questo
momento. Di sicuro, è destinato a sostenere la
presidenza dellUnione. E anche la posizione di
Francia e Germania è un appoggio decisivo per una
politica comune. In un paragrafo della risoluzione si
esprime pieno appoggio al documento, unanime, dei
ministri degli esteri. Si tratta di un testo che, detto
per inciso, anche lItalia ha approvato. Il
parlamento si batte per salvaguardare unidentità
europea, difende il ruolo chiave dellOnu, si
schiera per la multilateralità. Penso che questi valori
debbano diventare pilastri di una dottrina per la futura
Costituzione europea».
Qualcuno ha detto:
la risoluzione sembra più rivolta agli Usa che a Saddam
Hussein
«Chi lo dice non lha letta. Segnalo solo una cosa:
cè un paragrafo che invita il Tribunale Penale
Internazionale a indagare sui crimini del regime iracheno
e non su George W. Bush».
La sinistra
europea ha votato compatta. Anche i laburisti britannici.
Comè stato possibile?
«Cè voluto del tempo. Dallestate scorsa nel
gruppo parlamentare si discute, ci si confronta. Alla
fine, si è riusciti a togliere di mezzo qualunque
elemento ideologico e sè visto che era possibile
proseguire su un percorso comune. I laburisti britannici
hanno dimostrato dessere capaci di liberarsi dal
loro tipico approccio nazionale. Se si sta in Europa, è
lunica via. Il centro sinistra italiano ha
sostenuto questa posizione, compresi i popolari e la
Margherita. E nel parlamento europeo anche la sinistra
comunista ed ecologista, spesso in dissenso, ha dato i
suoi voti. È questa la morale. Ovviamente, nessuno
sostiene lidea che le Nazioni devono estinguersi.
Queste sono pure sciocchezze messe in giro da chi non
vuole lintegrazione dellEuropa».
I popolari,
invece, sono rimasti da soli e sono stati battuti.
«Un vero peccato. Hanno prevalso, nel Ppe, le posizioni
oltranziste di Aznar e dei forzisti di Berlusconi e di
Tajani (vicepresidente del Ppe). Forse, i veri popolari,
i fondatori di questo partito, dovrebbero interrogarsi se
questa linea da falchi. E che li ha spinti a votare
contro una risoluzione che appoggia gli obiettivi dei
ministri degli esteri».
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LE
ULTIME DI MILANO FINAZA
Alitalia
decolla al TAH, in arrivo 171 milioni da parte di KLM
19:30
La compagnia di bandiera italiana ha ricevuto oggi dal
vettore olandese il pagamento dell'intero ammontare
dovuto in base al lodo arbitrale del 4 dicembre 2002.
L'adempimento mette la parola fine alla vertenza insorta
tra le due compagnie nell'aprile 2000. Ma non è tutto.
La buona notizia fa seguito agli apprezzati conti 2002
resi noti sempre durante questi sette giorni continua
18:40
Assodato che i conti 2002 sono stati in linea con le
attese degli analisti, che l'indebitamento è salito
anche per la generosa politica di dividendi del gruppo,
che continua l'apporto positivo di Wind, i broker
internazionali guardano già al 27 marzo e le aspettative
per le strategie future che il gruppo rilascerà sono
improntate all'ottimismo continua
17:40
Il Lingotto e General Motors non hanno voluto commentare,
ma a quanto pare Fiat sta accelerando le trattative con
GM. Presto l'Ad Barberis in missione in Usa. Forte Enel
dopo i conti 2002. Generali al top, snobba flop di Axa.
Ras non approfitta del +17% della raccolta 2002. STM giù
sul warning di Applied Materials. Tim ringrazia JPMorgan
e MS. Capitalia e Fineco a due velocità in attesa
cessione Entrium. Bulgari e Beni Stabili a tutto gas.
Recupero lampo di Lazio continua
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