degenerazione della politica

di dalila novelli

La domanda ha una sola risposta: la degenerazione della pratica politica
voluta in primis dalla destra cerca di insinuarsi ovunque e purtroppo
alcune volte ci riesce. Vale per lo sport  per la scuola e persino per
alcune pratiche religiose. La responsabilità della destra sta nell'aver
fatto passare la concezione che la politica è sporca e che la sinistra
egemonizzava la cultura ed il pensiero, che le ideologie sono tutte
uguali; che il nazismo ed il fascismo sono sullo stesso piano del
comunismo e del socialismo.

Non è così, la storia lo ha dimostrato, le
nefandezze del nazismo e le corresponsabilità del fascismo hanno causato
danni all'umanità di proporzioni gigantesche e non a caso. Le ideologie
che animano una parte della desta hanno in sé tutti i germi della
violenza politica: dall'annientamento del diverso, alla teoria di un
superuomo, dalla supremazia di un'elite sulle masse, che giustifica il
potere assoluto e la dittatura, fino all'abbandono di chi è più debole e
non si allinea col potere costituito. Dall'uso della pena di morte per
chi viene condannato, alla giustificazione della guerra per i popoli non
allineati con il pensiero occidentale; dall'uso dell'ambiente per uno
sviluppo senza regole, ad una concezione del lavoro subordinata ad ogni
profitto, dalla concezione della competizione come annientamento del
nemico e non come avversario da rispettare anche se da battere; dal
mancato rispetto delle donne considerate esseri inferiori, involucri di
vite che altri debbono gestire.

Questo è il pensiero della destra, un
pensiero violento che si insinua laddove la cultura e la politica sono
venute meno ai loro compiti pedagogici ed etici, lasciando che quattro
nozioni e quattro slogan fossero sufficienti per formare gli esseri
umani. Ci vuole ben altro. La sinistra ha il compito di ripartire da
questi contenuti e ricondurre la politica nei luoghi deputati ad una
discussione pacata e  ad un confronto democratico, fatto di contenuti e
non di slogan da stadio, appunto. Ma bisogna che di questo si facciano
carico anche le squadre che hanno una forte responsabilità: basterebbe
che un giocatore come Totti dicesse con forza che si rifiuta di giocare
se tra gli spalti appaiono certi simboli e tra gli slogan certi messaggi
perché il fenomeno si possa contenere un po' di più. Ma chi è veramente
interessato ad arginare tutto questo? Le squadre a volte si alimentano
di questi eccessi ed i giocatori come Di Canio osannati, e spesso
premiati. La politica può essere nobile e bella, ma l'educazione
politica è alla base di questa conquista che tutti dobbiamo sentire come
impegno.