FUSIONE FREDDA

ITALIANA - INVENTATA SPERIMENTATA E BREVETTATA.

COME MAI NESSUNO NE PARLA ?

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DAL 2007 il problema dell’energia è stato parzialmente risolto, grazie alla produzione dell’energia dalle alghe. Le compagnie petrolifiche si sono adeguate e stanno producendo carburante attraverso le alghe che successicamente inseriscono nel normale processo di produzione e distribuzione senza dircelo e quindi senza farci risparmiare. Si fanno pagare questi biocarburanti come oro nero perche’ tutti i stati incassano numerose tasse e accise da questa energia. in italia lo stato si prende circa l’ottanta per cento del prezzo alla pompa. In internet spesso si legge che anche le compagnie di energia elettrica utilizzino un metodo di produzione, attraverso il quale, non consumano risorse naturali e quindi denominato free energy. Ma la free energy comprende anche metodi di fusione fredda e di solare concentrato con specchi di elettrolisi.

TORNANDO AI SISTEMI che sfruttano le alghe, ne esistono di diversi. Ad esempio in Alicante, Spagna, recentemente, un cementificio è riuscito a mettere in opera un sistema di recupero degli scarichi di combustione i quali vengono trasformati in petrolio equivalente alle alghe. Alcune alghe infatti possono digerire la nitrite carbonica e fanne petrolio, cosa che è successa nel nostro pianeta quando l’aria e i mari erano versi perche’ intrisi di anidride carbonica. L’esistenza di queste alghe mettono in discussione del tutto, il sistema del surriscaldamento globale e la soluzione proposta che consiste nel nulceare e quindi nella concentrazione in poche mani del potere petrolifero. Al contrario, la nitride carbonica di fonte naturale, è una opportunita’ piu’ che un problema se affrontato secondo natura. I potenti del mondo, sono riusciti a mantenerci schiavi dell’energia che invece si puo’ ricavare in grande quantita’ con metodi naturali e bio compatibili. C’e’ infatti una notizia rivoluzionaria che potrebbe trasformare radicalmente e per sempre tali poteri, che infatti sistematicamente si oppongono nel bloccare la diffusione della stessa.

Da molti mesi infatti si parla, o meglio gli addetti ne parlano, che è stato scoperto e scientificamente dimostrato e brevettato, un metodo per creare energia all’infinito gratuitamente. Il fatto stesso che essa non sia su tutti i giornali e nelle tv tutti i giorni, dimostra come sempre che esiste un controllo mafioso e dittatoriale soprattutto nei mezzi di informazione, che potrebbe ricondurre tranquillamente allo stesso controllo energetico.

A Bologna infatti, Andrea Rossi e Sergio Focardi, hanno scoperto LA FUSIONE FREDDA, dimostrando scientificamente, ai professori dell’universita’ di Bologna e ai giornalisti di questo metodo. Il meccanismo funziona in tal modo che un generatore di quelli presentati dai due, puo’ fornire 12 mila WH in uscita, utilizzandone solo 600 WH in entrata. Vuol dire che l’energia si produce attraverso una reazione chimico fisica che di fatto trasforma la materia. Se il paradigma scientifico è che non si crea energia dal nulla, allora si dovrebbe trattare di una FUSIONE A FREDDO la quale non produce SCORIE RADIOATTIVE. Ma non è ancora chiaro di come l’drogeno scaldato reagisca con la piastrina di nichel. Lo stesso Andrea Rossi, afferma di non saperlo e di non poter dire se si stratta di fusione o forse bisogna ripensare alcuni paradigmi scientifici. Quello che importa è che funziona e tutto il mondo scientifico ne sta discutendo.

Sono da anni che Andrea Rossi e colleghi fanno dimostrazioni in giro per il mondo senza che questo sistema sia in produzione. Mentre noi continuiamo non solo a pagare la bolletta ai francesi che ci vendono il loro nucleare inquinante a basso prezzo, ma a discutere se fare o no le centrali nucleari in italia, tra l’altro volute dai francesi e in parte con i danari della Marcegaglia e altri industrialotti.

SIAMO di fronte alla piu’ grande scoperta dell’umanita, dopo il fuoco, la ruota e il ferro e continuiamo a parlare del nulla. Con l’energia infinita siamo di fronte alla possibilità di ricavare acqua pulita da quella salata, di coltivare ad esempio con questa i deserti. Siamo di fronte al fatto quindi, che le guerre per l’acqua, il petrolio, e il cibo non avranno piu’ ragione di esistere, siamo di fronte alla terza era dell’umanita’. Ad esempio, ognuno di noi spende circa 300 euro al mese in energia, che viene utilizzate per il riscaldamento, corrente, o per la propria mobilita’.Senza considerare quanta parte di energia bruciamo per produrre il cibo che mangiamo.

TUTTO QUESTO SAREBBE GRATIS.

Chiaramente questa liberta’ dalla carenza di energie o meglio la liberta’ da chi fino ad oggi l’ha controllata e quindi razionata, va a scombussolare tutto l’assetto del potere del mondo. Chi detiene oggi il petrolio non sara’ piu’ il sovrano ed i paesi che lo detengono non saranno piu’ soggetti al terrore globalista dell’invasione militare che mira al controllo delle risorse. Venendo a mancare la necessita’ del petrolio e delle altri fonti energetiche, la guerra non avrebbe piu’ senso e non ha potere quel pezzo di carta necessario per comprarlo, cioe’ il dollaro.

Inftti l’oro nero è dal 1971 il sistema di riferimento delle monete al posto dell’oro e quindi tutte le altre monete e le materie prime si comprano in dollari, che valgono in quanto il petrolio si compra in dollari. Si è vissuto per mezzo secolo su questo sistema con la clausola che chi aveva il potere di stampare dollari all’infinito, la FEDERAL RESERV aveva in mano il potere del mondo intero.

Cambiando questo meccanismo, questa scoperta e quindi la FREE ENERGY cambierebbe l’assetto mondiale che tornerebbe ad una pluralita’ di voci costrette a collaborare. Oltretutto energia infinita significa anche infinita capacita’ bellica, cioè la necessita’ della pace o la certezza dell’autodistruzione completa. Sono diversi anni che in internet circolano informazioni rispetto ai metodi di produzione di energia libera, quello creato pero’ dall’ingegner Rossi è sicuramente quacosa di diverso e rivoluzionario. E’ ad esempio un prodotto industriale che si potrebbe tranquillamente acquista e mettere in casa. Con soli duemila euro si potrebbe soddisfare il fabbisogno di tre famiglie. E anche per quanto riguarda la ricarica delle auto elettriche o per il riscaldamento senza alcun problema. Addirittura si potrebbe produrre frutta e verdura in casa, nel sottoscala, o in cultura idroponica.

QUESTA E’ LA TERZA ERA DELL’UMANITA’ e la fine del mondo precedente, delle guerre dei sistemi e dei poteri che fino ad oggi per l’energia hanno creato confini, vittime, fame, desertificazioni, e tanti guadagni concentrati nelle mani dei pochi. LA FUSIONE FREDDA garantira’ all’umanita’ di ospitare, senza problemi almeno, cinque volte l’attuale popolazione del mondo, cioè trenta miliardi di persone. Si potrebbe vivere in grandi torri, oppure nella profindita’ dalla terra come si fa a Montreal durante l’inverno. I deserti potrebbero essere ripopolati dal verde, i confini e le paure dell’immigrazione spazzati via come foglie.

Che sia petrolio dalle alghe, oppure FUSIONE FREDDA, i metodi per la liberta’ energetica ci sono. L’importante è cominciare ad osservare che chi non vuole queste liberta’ scientifiche è un criminale che attenta all’umanita’ e che bisogna organizzarsi per bloccarlo attraverso la diffusione di conoscenze trasversali da persona a persona fino a ridurlo all’impotenza, o meglio alla definitiva perdita del potere che oramai è logico, come l’energia e insieme ad essa deve essere condiviso.

GLI ARTICOLI

Continuano a susseguirsi notizie sull’ invenzione del Prof. Focardi e dell’ Ing.Rossi sul loro metodo di produzione di energia tramite fusione fredda. Sta crescendo notevolmente l’interesse per questa nuova tecnologia e pare che lo stabilimento che produrrà circa 1MW di potenza sarà effettivamente realizzato in Grecia. Numerosi tentativi di emulazione stanno comparendo a macchia di leopardo sulla rete, ma rimane da vedere se siano effettivamente reali oppure siano solo dei tentativi di disinformazione, non mancano inoltre gli scettici, sopratutto quelli ”accademici”. Non rimane altro che stare ad aspettare gli sviluppi futuri e sperare che finalmente sia arrivato il momento in cui si possa fare a meno dei combustibili fossili , sia per produrre energia pulita, sia per rinnovare l’economia globale che in questo momento di crisi non sembra accennare a diminuire. Risale a un paio di settimane fa una forma di intervista tenuta dall’Ing.Rossi in una chat pubblica , dove sono state poste numerose domande dai lettori di Ny Teknik (un periodico svedese). Di tutte queste domande circa 36 sono state ritenute di interesse pubblico. Il catalizzare di Rossi, così viene chiamato il dispositivo, è’ stato mostrato al pubblico – su invito – all’ Università di Bologna nel Gennaio 2011 e tale dispositivo produce calore in base ad un fenomeno poco conosciuto. Il dispositivo e’ caricato con polvere di nickel ed in presenza di un catalizzatore segreto, produce una reazione nucleare a bassa energia (LENR) il dispositivo è pressurizzato con idrogeno, e servono 450w di potenza in ingresso per iniziare la reazione, successivamente la reazione si autosostiene e produce calore costante a circa 100°.Vengono riportati qui di seguito i punti salienti della sessione di chat con L’Ing.Rossi.

Domanda: Caro Sig.Rossi, Quando potrò comprare un piccolo reattore che produca circa 7-15 kW per riscaldare la mia casa? Quanto potrà costare? Potrà essere connesso ad un motore di Stirling (un dispositivo che trasforma calore in forza meccanica), per produrre elettricità ? (Åke Östlund)

Rossi: Per produrre il Catalizzatore di Energia (E-Cat da ora in poi) per le abitazioni, ci vorrà un po di tempo a causa delle necessarie certificazioni, questa è la ragione per la quale stiamo iniziando a produrre reattori per l’industria, in un prossimo futuro potrebbe esserci una centrale che fornisce elettricità come avviene oggi per le compagnie elettriche, in questo caso è  più facile ottenere le autorizzazioni perchè le macchine sono gestite da professionisti esperti. Stiamo inoltre cercando di accoppiare in cascata l’ E-Cat con dispositivi per la trasformazione del calore come le macchine a Ciclo di Carnot o le macchine di Stirling. Per quanto riguardo il costo si prevede che siano necessari 0.3 centesimi di Euro per kWh termico e 2 Euro per kWh di potenza.

Domanda: E’ stata fissata la presentazione di unità commerciali per l’industria nel 2011 ? (Göran Ericsson)

Rossi: Si

Domanda: Qual’è il vostro obiettivo principale? Diventare molto, molto ricchi , o aiutare le persone normali ? (Lars Lindberg)

Rossi: Questa tecnologia è stata creata per il genere umano, come qualunque altra tecnologia che permette di vivere una vita migliore.

Domanda: Quando le persone capiranno la grandezza della vostra invenzione, verranno a crearsi delle situazioni estreme, potrebbero anche scoppiare guerre contro i fornitori di petrolio, siete preparati per tutto questo? (Lars Lindberg)

Rossi: Ho combattuto molte guerre nella mia vita, questa non sarà la prima ne’ l’ultima, comunque ho preso le mie precauzioni e sono pronto a battermi.

Domanda: Esiste qualche svantaggio per questa tecnologia ? (Björn Sjödin)

Rossi:  Infrange un paio di regole della fisica classica, e questo comporterà qualche tipo di resistenza da parte delle Lobby accademiche, sarà accettata solo dopo che il processo verrà capito in modo approfondito, ma questo non siginifca che non può essere utilizzata nel frattempo.

Domanda: Se la presente situazione del CO2 che causerebbe il riscaldamento globale sfuggisse di mano, non sarebbe opportuno trovare un modo piu’ veloce di implementare l’ E-CAT? Ad esempio rilasciando informazioni che al momento sono segrete in modo tale da aiutare lo sviluppo a livello globale? (Bertil Nilsson)

Rossi:  Stiamo lavorando 16 ore al giorno per l’implementazione, stiamo aspettando la registrazione del brevetto prima di rilasciare informazioni segrete.

Domanda: E’ pericolosa una realizzazione ”amatoriale” dell’ E-CAT? (Edward Wall)

Rossi: La replicazione dell’effetto termico deve essere effettuato da professionisti dotati di tutti gli strumenti e misure di sicurezza possibili, la sperimentazione può risultare molto pericolosa se venisse tentata senza tutti gli strumenti idonei, il pericolo di detonazione è molto alto, l’idrogeno è un gas molto infiammabile e ad alte pressioni è una vera e propria bomba.

Domanda: Se non è stata rilevata la presenza di raggi gamma, cos’è che vi fa supporre che sia una reazione nucleare ? (Göran Ericsson)

Rossi: Noi abbiamo cercato la presenza di raggi gamma sotto i 300 keV, ma non ne abbiamo trovati. Stiamo continuando la sperimentazione con l’Università di Bologna per tentare di spiegare l’effetto termico. Vogliamo trovare la correlazione fra il calore e lo spettro intorno ai raggi gamma, stiamo inoltre continuando ad analizzare le trasmutazioni atomiche ed isotopiche. Questa è una ricerca veramente difficile, io sto investendo soldi miei, alla fine, se non trovassimo un alta emissione di raggi gamma, dovremmo cercare un’altra spiegazione, d’altro canto, hanno scavato un grosso buco a Ginevra per capire la natura delle particelle subatomiche, ci sono cose che la fisica classica non riesce a spiegare, ci sono scienziati che si ostinano a negare certi fenomeni, ma evidentemente non sono dei buoni studenti se insistono che certi fenomeni non possono verificarsi, leggete il libro ”Nuclear Models” di Greiner Maruhn per avrere un’idea.

Domanda: Sarebbe possibile avere un’auto alimentata dall’ E-CAT ?

Rossi: Forse,  in un futuro non troppo vicino.

Domanda: Qual’è il limite tecnico per limitarsi a produrre unità da 10kW ? (Bengt Sundlöf)

Rossi: Abbiamo eseguito centinaia di test nei vari anni e queste unità sono abbastanza affidabili per garantirci i margini di sicurezza minimi.

Domanda: Quanta polvere di nickel è necessaria per far funzionare l’ E-CAT prima che si esaurisca? (Jörgen Andreasson)

Rossi: Con ogni carica mettiamo circa 100 grammi di nickel e deve essere cambiata ogni 6 mesi.

Domanda: Come pensate di fermare il reverse engeneering del vostro dispositivo ? (Edward Wall)

Rossi: Non lo so, al momento siamo concentrati sulla produzione , esiste il segreto industriale sul miglioramento dell’efficienza del catalizzatore, ma prima o poi qualcuno replicherà l’effetto e’ il corso normale degli eventi, prima o poi avremo concorrenza, non si può evitare.

Domanda: C’e’ abbastanza materia prima nel mondo per rendere effettivo l’uso di questa tecnologia al posto dei combustibili fossili ? Cosa succederà al prezzo del nickel ? (Ospite sconosciuto)

Rossi: Il prezzo del nickel è molto basso, (20 euro per kg), il nickel è molto comune sulla terra, e con la piccola percentuale che viene estratta ogni anno, si potrebbe coprire il fabbisogno dell’intero pianeta.

Domanda: Cosa succederebbe se il brevetto non venisse approvato? (TBTB)

Rossi: Niente, continueremmo a produrre il nostro impianto , ma ci saranno molti più segreti industriali.

Domanda: Gentile signore, l’E-CAT produce scorie nucleari ? ( Thomas Vilhar)

Rossi: Niente affatto, non usiamo materiali radioattivi, e l’unità non ne produce.

L’Editore: Cari lettori, abbiamo esaurito il tempo a nostra disposizione , abbiamo chattato per un’ora, c’e’ tempo solo per un’ultima domanda.

Domanda: Cosa l’ha spinta ad investigare la reazione Ni-H (Jurgen)

Rossi:  L’idea si basa sul fatto che una pressione molto alta può incrementare l’energia cinetica dei protoni per ottenere reazioni nucleari, e’ possibile avere pressioni alte con forze relativamente basse,a questo punto il candidato naturale per fornire pressione poteva essere solo l’idrogeno e gli elementi della tavola periodica di Mendelejev che si prestavano a reagire con l’idrogeno erano molti, ma il nickel era il meno costoso.

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Fusione fredda, lo strano caso dell'Università di Bologna

Due fisici emiliani sostengono di aver concretizzato uno dei sogni più sfuggenti della ricerca. Il loro reattore a fusione funziona, ma non sanno spiegare come. La comunità scientifica resta scettica

Roma - Sta facendo molto discutere la recente "impresa" di Sergio Focardi e Andrea Rossi, ricercatori dell'Università di Bologna che sostengono di aver sviluppato un nuovo design di reattore nucleare "portatile" in grado di generare energia attraverso un processo di fusione a temperatura ambiente. Nei giorni scorsi il reattore è stato presentato a un piccolo gruppo di spettatori e giornalisti, ma la comunità internazionale continua a professare scetticismo per via della mancanza di spiegazioni teoriche sul principio di funzionamento della tecnologia.

In molti hanno provato a "ingabbiare" il processo chimico-fisico che si verifica al centro delle stelle - la fusione di due atomi in un elemento differente con la conseguente generazione di spaventose quantità di energia - replicandolo a temperature meno estreme di quelle esistenti nei succitati nuclei stellari. Tutti hanno sin qui fallito, o per lo meno non sono riusciti a passare l'indispensabile test del "peer review" - la valutazione di studi e ricerche da parte di scienziati terzi e pubblicazioni specializzate.

Altrettanto fallimentare è stato finora il tentativo di Focardi e Rossi, con il loro studio inesorabilmente bocciato dalle riviste di settore per mancanza di spiegazioni teoriche sul funzionamento del loro reattore. Ma i due bolognesi non si sono dati per vinti, hanno dato origine al "blog di esperimenti nucleari" Journal of Nuclear Physics e hanno invitato stampa e colleghi a presenziare alla prima dimostrazione pratica della loro tecnologia.Il reattore di Focardi e Rossi fonde atomi di nichel e idrogeno generando rame e liberando grosse quantità di energia: l'energia necessaria per la sua accensione è di 1.000W, ma scende a 400W dopo pochi minuti ed è utile a produrre 12.400 W con un guadagno energetico 31 volte superiore alla potenza in entrata. I ricercatori stimano il costo di produzione elettrica a meno di un centesimo per kilowattora, molto meno di quanto necessario agli impianti a carbone o gas naturale.

Per Focardi e Rossi il reattore funziona, e l'avvenuta fusione sarebbe confermata dalla produzione di rame e dal rilascio di energia corrispondente. Giuseppe Levi, scienziato dell'Istituto Nazionale di Fisica che ha collaborato all'organizzazione della conferenza stampa, conferma la produzione di 12KW e pianifica di redigere un rapporto con le sue considerazioni sul reattore bolognese.

I due fisici emiliani ammettono di non essere in grado di spiegare il perché, il principio teorico su cui si basa la loro tecnologia, ma promettono di passare dalla fase di sperimentazione a quella della produzione di massa del reattore nel giro di tre mesi. Il nostro giudice sarà il mercato, dicono Focardi e Rossi, e il mercato giudicherà la validità del nostro lavoro spazzando via congetture, ipotesi e criticismo.

Alfonso Maruccia

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Una gran bella scoperta. Se fosse vera. Ma in assenza di verifiche, è necessario mantenere un atteggiamento prudente. E’ un po’ questa l’aria che si respira tra i fisici che hanno assistito all’esperimento dello scorso 14 gennaio. Quando, in un capannone di via dell’Elettricista, a Bologna, l’ingegnere Andrea Rossi e Sergio Focardi, professore emerito dell'Alma Mater Studiorum ed ex preside della facoltà di Scienze dello stesso ateneo, hanno presentato a un gruppo di esperti e giornalisti un macchinario in grado – stando alle loro dichiarazioni - di realizzare il famigerato processo di fusione fredda (vedi Galileo). I due scienziati, però, non hanno voluto dare dettagli rispetto al funzionamento del macchinario, di cui sperano di vendere il brevetto (attualmente di proprietà della moglie di Rossi) e avviare presto la produzione industriale. Per capire meglio cosa è successo e se veramente si tratta di fusione fredda, Galileo ha intervistato Antonio Zoccoli, fisico dell’Infn e docente dell’Università di Bologna, che era presente alla dimostrazione.

Professor Zoccoli, dobbiamo credere o no all’esperimento di Bologna?
"Per ora è come se qualcuno dicesse “ho trovato la cura per il cancro”. Benissimo. Potrebbe essere vero o no, ma per verificarlo è necessaria una lunga serie di sperimentazioni e studi clinici. Qui la situazione è la stessa: c'è stata una dimostrazione – relativamente breve, per la verità, una mezz’ora in tutto - in cui gli autori hanno presentato una macchina che in teoria produce energia in quantità rilevante. L’apparecchio è stato alimentato con un kWatt circa di energia, ottenendone 15 volte tanto, il che è effettivamente una produzione notevole. Ma come ho detto, il risultato deve essere riproducibile. Gli autori dicono che l’intenzione di fare ulteriori misure e verifiche c’è. Ma non hanno specificato né il come, né il quando".

È possibile che si sia trattato effettivamente di un fenomeno di fusione fredda?
"Il punto è proprio questo: non possiamo saperlo finché non capiamo cosa è successo dentro la macchina, cioè finché non verifichiamo che ci sia produzione di energia nella quantità che gli autori sostengono, che questa produzione sia riproducibile e quale sia l’origine di questa energia. Il problema è che anche gli autori non hanno saputo indicare con certezza l’origine dell’energia prodotta dalla macchina. Tuttavia, se si trattasse di un fenomeno di fusione, dovrebbe esserci, in teoria, emissione di fotoni, sotto forma di raggi gamma. E questo durante la dimostrazione non è avvenuto: i nostri strumenti di rilevazione non hanno registrato nessuna emissione. Ovviamente, anche questo nostro esperimento andrebbe ripetuto più volte, perché può essere condizionato da diversi fattori".

In genere, prima di annunciare una scoperta così importante, i ricercatori fanno sperimentazioni e verifiche, e pubblicano su riviste accreditate con peer review. In questo caso è avvenuto il contrario. Come mai?
"È un problema di carattere economico. Se gli autori intendono guadagnare da questa scoperta, la segretezza è necessaria per evitare concorrenti, dal punto di vista economico è una scelta ragionevole. Al contrario, sul piano scientifico, è un procedimento discutibile, perchè in questo modo è più difficile verificare la validità di una scoperta".

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Per la prima volta in Italia, di fronte a scienziati ufficiali, ma non all’università, è stata realizzata  la fusione nucleare fredda .- a detta dell’ingegnere che ha messo a punto la macchina -, utilizzando nichel ed idrogeno. “La novità assoluta sta nel fatto che tutto ciò viene prodotto da una macchina che funziona come una stufetta elettrica di casa”, dice l’inventore, Andrea Rossi, un ingegnere. Con lui Sergio Focardi, fisico e professore emerito dell’Alma Mater, già preside della facoltà di Scienze naturali.

Dall’annuncio nel 1989 degli scienziati Fleshmann e Pons ne è passata di acqua sotto i ponti. La scienza ha lasciato la fusione fredda un un cassetto, in quanto non è riuscita a riprodurre in modo ripetuto e affidabile i dati dei due scienziati, e per questo le speranze via via sono diventate illusioni. Il professor Focardi è stato pioniere in Italia di questo tipo di studi. L’esperimento di Bologna è stato il primo esperimento condotto con osservatori esterni: giornalisti e fisici, in gran parte dell’Ateneo come Paolo Capiluppi, direttore del dipartimento di Fisica, Gianfranco Campari, Ennio Bonetti. L’esperimento, “industriale più che scientifico”, dicono i docenti universitari, è condotto in un capannone in via dell’Elettricista, dove è stato installato un catalizzatore di energia che occupa lo spazio di un tavolo.

L’ingegner Rossi conclude trionfalmente: “Si sono consumati 600 kilowattora e se ne sono prodotti 12mila”. In sostanza, la macchina ha prodotto energia. Ma non illudiamoci di poter farcene uno in casa. Il prototipo è già coperto da brevetto di proprietà di Maddalena Pascucci, la moglie dell’ingegner Rossi, ceh ora attraverso la produzione industriale e la commercializzazione potrebbe diventare il nuovo Marconi. “Sarà il prossimo passo”, dice Rossi. Ma i fisici sono sospettosi, in quanto vorrebbero poter riprodurre l’esperimento nei loro laboratori, cosa che non è concessa dalla presenza di segreto industriale.”

Siamo un’azienda, se mi chiedono di aprire la scatola dovrei pagare i danni agli investitori”, dice Andrea Rossi. “I costi? Posso dire che l’apparecchiatura costa duemila euro per Kilowatt di potenza e funziona con un grammo di nichel”.

La cosa più sorprendente, tuttavia, è che lo stesso costruttore non ha idea di cosa succeda là dentro: “Dietro questo processo non c’è una base teorica: per quale motivo avvengono questi risultati lo abbiamo solo ipotizzato”. Il professor Focardi invece si toglie un sassolino dalla scarpa: “I miei colleghi non ci credono, sono scettici. Non so come un protone di idrogeno possa entrare nel nucleo di nichel, ma avviene. Ed è la strada dell’energia per l’umanità”. L’ingegner Rossi sembra più attendista: “Non sono in grado di rispondere”.

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prima parte

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seconda parte

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terza parte

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